Il 19 dicembre 2005 il Santo Padre Benedetto XVI, ha ricevuto il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, al quale ha consegnato i decreti relativi alla Beatificazione di alcuni Servi di Dio o Venerabili. Di alcuni Servi di Dio il Papa ha riconosciuto l’esercizio delle virtù eroiche e l’esistenza di una consolidata fama di santità; pertanto li ha dichiarati Venerabili. Di altri, già Venerabili, il Santo Padre ha approvato l’inchiesta su miracoli ottenuti per loro intercessione.
Per questi ultimi, con tale approvazione, si apre ormai la via alla beatificazione. Tra questi Benedetto XVI ha riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio don Luigi Monza, Sacerdote Ambrosiano e Fondatore dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità, nato il 22 giugno 1898 a Cislago (Va) e morto il 29 settembre 1954 a San Giovanni di Lecco, ove svolgeva con fedeltà e costanza il suo ministero di parroco da quasi vent’anni.
Il miracolo
Paolo Peroni, nato a Narni (Terni) il 24/10/38, era stato ricoverato presso la Clinica psichiatrica e neurologica dell’Università di Heidelberg dal 26/6/1959 al 7/3/1960 a causa di un’encefalite virale acuta con febbri altissime e arresti cardiaci, complicati dallo stato di coma in cui era caduto, con segni clinici che evidenziavano gravissimi danni cerebrali.
Fino al novembre 1959 persistette uno stato clinico definito dai medici curanti di “sindrome apallica”: ai giorni nostri tale situazione viene definita più comunemente “stato vegetativo persistente”. Successivamente si manifestarono deficit neurologici del sistema periferico a carico di tutte le estremità, inoltre si manifestò nello stesso periodo una lussazione dell’articolazione dell’anca sinistra.
Nell’autunno dello stesso anno, poiché i medici non davano più speranze, la famiglia si rivolse alle Piccole Apostole della Carità: queste cominciarono a pregare il loro Fondatore e mandarono una reliquia di don Luigi, che fu posta sotto il cuscino del giovane che non si risvegliava dal coma.
La situazione mutò radicalmente una mattina dei primi giorni di dicembre 1959, quando il giovane inaspettatamente si rivolse a suo padre, che si trovava accanto a lui nella stanza dell’ospedale. Da quel momento la ripresa di Paolo Peroni fu costante e completa, tanto che i medici curanti non esitarono a dire a Paolo: “Ma Lei sa che è un miracolo?!”. Ed aggiungevano: “Ringrazia quel qualcuno che i tuoi hanno pregato”.
Nei diversi follow-up (dal 29/06/61 al 12/11/64) eseguiti presso la stessa Clinica dell’Università di Heidelberg, non emersero più deficit sensoriali, neurologici e neuropsicologici, ad eccezione di una sporadica e non più ripetutasi crisi epilettica. L’unico residuato fisico fu la permanenza delle conseguenze della lussazione dell’anca che condizionava, ma non impediva, la deambulazione. Nelle prove di intelligenza il paziente dimostrò di avere un’intelligenza assolutamente nella norma.
Negli anni successivi, infatti, il Sig. Peroni si laureò con ottimi voti; si sposò e, dopo aver insegnato per un certo tempo lingue straniere, fu assunto con concorso quale traduttore simultaneo presso la Comunità Europea a Bruxelles, riportando l’encomio dell’Ente.
Il giudizio medico legale ha sottolineato come, sebbene la patologia conseguita dal Sig. Peroni non abbia sempre un esito infausto, la guarigione senza nessun esito neuro-psichico sia eccezionale ed inspiegabile rispetto alle conoscenze scientifiche attuali.
Paolo Peroni è deceduto per una patologia neoplastica con metastasi epatiche il 06/06/1992. Tale patologia non è per nulla correlata alla patologia che lo aveva colpito negli anni 1959 e 1960.