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Favori ricevuti intercessione Beato Luigi Monza

«Favori» ricevuti per intercessione del Beato Luigi Monza

Tante sono le voci di gratitudine rivolte al Beato Luigi Monza da persone che con fiducia si sono affidate e si affidano alla sua intercessione.  Di seguito proponiamo una selezione di testi tratti da il volume dei “Favori”.

N. 58 – Dicembre 1996 – Uno speciale protettore.
Vorrei testimoniare il favore che continuo a ricevere da don Luigi che mi consente di vivere serena nella situazione in cui mi trovo.

Sono mamma di undici figli, tra i quali Camillo, un bambino ora ragazzo che è stato ospite del Centro “La Nostra Famiglia” di Ponte Lambro. Fu lì che ebbi la proposta di far partecipare Rosaria, la mia decimogenita, al gruppo Exodus. In questo gruppo scoprì la chiamata a farsi Piccola Apostola della Carità ed è felice di questa scelta.

Mio marito, che ha sempre condiviso con intensità e cristiana partecipazione le esperienze faticose e liete della nostra vita di sposi e genitori, da diversi anni è affetto da una grave cardiopatia. Ora è come paralizzato, dipendente in tutto. Mi occupo di lui a tempo pieno, preoccupandomi di mantenerlo sereno e di non lasciargli mancare nulla. La malattia e le preoccupazioni connesse mi hanno fatto molto trepidare in certi momenti, ma mai disperare.

Ci sono state situazioni molto dure, sembrava impensabile una sopravvivenza e già mi ero adattata al peggio. Non mi è venuta meno, con la fede, la devozione a don Luigi Monza, che sento come speciale protettore: sia per il buon inserimento nella vita di Camillo, sia per la chiamata di Rosaria e ora anche per la serenità di mio marito ma anche quella di cui godo anch’io, vedendolo sereno.

In fondo, se anche talvolta mi viene di lamentarmi per non più avere spazi per me, sacrificata all’inabilità e gravità di mio marito, mi sento in pace: il mio essergli vicino è prezioso, il suo essere ancora qui ad accogliere il nostro bene e a volerci bene, l’aver cresciuto nella fede i nostri figli, tutti sistemati e uniti, sono grazie e doni grandi! Questa serenità nella difficoltà e questa pace li considero uno di quei favori che don Luigi Monza fa, nel silenzio del suo Sacello a Ponte Lambro, dove spesso ritorno a sostare in preghiera e dove lo sento proteggermi, incoraggiarmi e donarmi forze sempre nuove.

F. L. – Genitore de “La Nostra Famiglia” – Ponte Lambro

N. 3 – Marzo 1983 – La fascia della veste di don Luigi.
Nel marzo 1962 fui ricoverata alla clinica “Capitanio” di Milano per essere sottoposta ad un intervento chirurgico da parte del prof. Renato Pignoli.

Durante l’intervento ebbi un gravissimo collasso cardiocircolatorio con coma profondo che fece temere molto per la mia sopravvivenza. Nel corso dell’intervento fu chiamato in sala operatoria il cappellano della clinica, mons. Dongo, per amministrarmi l’olio degli infermi.

Dopo sei ore di disperati tentativi dei medici, quando questi dichiararono di non avere più nulla da fare, una mia sorella, medico, che era in sala operatoria, mi stese sul corpo la fascia della veste talare del nostro Fondatore don Luigi Monza, e poco dopo io tornai a dar segno di vita.
In un rapporto clinico della mia sorella medico sta scritto testualmente: “Tutte le persone (prof. Agostoni, suore, sacerdote) che hanno visto la signorina nelle condizioni disperate del giorno prima, strabiliate di trovarla ancora viva, ritenevano la cosa “miracolosa”.”

Sono trascorsi più di venti anni da allora; non solo sono sopravvissuta, ma ho potuto continuare la mia attività con maggiore impegno di prima. (Antonietta Baldini è da molti anni la Direttrice de “La Nostra Famiglia” di Ostuni – ndr). E’ pertanto doveroso per me rendere noto che se sono ancora al mondo lo devo a don Luigi Monza. Io ne sono profondamente convinta, e con me lo sono la mia responsabile e le mie sorelle, specie quelle che hanno vissuto con trepidazione quelle ore del 15 marzo 1962. Don Luigi Monza è sempre vissuto nell’umiltà, ma poiché la santità degli uomini è la più autentica, tocca a noi che siamo consapevoli, di metterla in luce, per la gioia di Dio.

B. A. Piccola Apostola della Carità

N. 2 – Dicembre 1982 – Don Luigi ha guidato la sua mano.
Sono la mamma di un ex alunno, da più di venticinque anni siamo legati da tanto affetto e amicizia a “La Nostra Famiglia”.

Ho passato i migliori anni nel dolore, nella speranza e, perché no, nella gioia accanto a delle meravigliose signorine che sanno dare tanto amore ai nostri ragazzi e tanto coraggio a noi genitori. Tre anni fa mio marito andò in pensione, ma dopo i primi mesi cominciarono i primi sintomi di un decadimento generale della persona: camminava a fatica, perché perdeva l’equilibrio, la memoria e non riusciva più a scrivere.

Il prof. Sala, neurologo accertò che si trattava di un adenoma ipofisario e il prof. Nicola, neurochirurgo, disse che si doveva operare con urgenza, altrimenti mio marito avrebbe avuto i giorni contati, e mi spiegò tutti i rischi dell’intervento. Disperata, presi il telefono, chiamai “La Nostra Famiglia”. Mi rispose Maria Teresa che m’incoraggiò ad aver fede in don Luigi, mi disse di pregarlo e che anche lei e tutte le Piccole Apostole della Carità avrebbero pregato tanto e che don Luigi sa quanto bisogno hanno i suoi ragazzi dei loro genitori e Lui non mi avrebbe abbandonato. Due giorni dopo ricevetti l’immagine di don Luigi, e con tanta fede la portai a mio marito, che l’accettò con gioia e speranza e da allora la tiene con sé come una reliquia e nelle occasioni ne parla e dice che la sua guarigione è dovuta a un miracolo, che don Luigi ha guidato la mano di questo professore, perché lui stesso mi disse: « Ho fatto solo quello che era nelle mie possibilità».
Che don Luigi ci tenga sotto la sua protezione: ne abbiamo tanto bisogno!

F. R. – Genitore “La Nostra Famiglia”

N. 2 – Dicembre 1982 – Sono convinta che è stata una grazia.
Pochi incontri ho avuto con don Luigi Monza, ma ne bastò uno per comprendere il suo grande spirito di carità.

Fu un giorno radioso per me. L’incontrai alla Stazione nord di Milano, lui scendeva dal treno, io dovevo salire, ci salutammo, mi sorrise schietto, bonario, mi strinse la mano con calore e mi guardò con dolcezza. Allora ebbi uno slancio, un vivo impulso e gli dissi quasi gridando: “Reverendo, io non sono degna del suo rispetto; da molti anni non posso comunicarmi, non sono in grazia di Dio!”. Non abbassai gli occhi, ma lo guardai in viso. I suoi occhi ebbero un lampo di tristezza, poi subito il suo sguardo si fece dolce, come se non avesse udito le mie parole. «Preghi per me, don Luigi!» – gli dissi ancora, mentre già sentivo il pianto salirmi agli occhi. E lui di rimando: «Io, ho bisogno che lei preghi per me! Coraggio! Dio legge nei nostri cuori, vede le nostre opere…». Non ebbi piu la gioia di rivederlo dopo quell’incontro, ma il seme che aveva seminato in me con la sua carità diede i suoi frutti. Alla sua morte provai un immenso dolore; ogni sera quando dicevo le orazioni lo ricordavo, gli dicevo di pregare sempre per me. E dopo due mesi dalla sua scomparsa potei finalmente confessarmi e comunicarmi.

N. l – 29 Settembre 1982 – Mi rivolgo sempre a lui.

Mi ricorderò sempre il giorno che parlando con don Luigi, gli dissi che non mi rassegnavo per mio figlio, che non ero capace di accettare il mio dolore. E lui guardandomi di sotto in su con un’espressione che non dimenticherò mai disse soltanto: «Poverina, poverina …».

Lì per lì rimasi quasi offesa pensando che non comprendeva la mia disperazione. Soltanto dopo, ripensando al modo delle sue parole e al suo sguardo, capii quello che lui voleva dirmi, che pensavo cioé più a me stessa, al mio orgoglio e che dovevo spogliarmi di ciò se volevo accettare con rassegnazione il volere di Dio.

Mi rivolgo sempre a Lui con grande fiducia e devozione in tutte le mie paure e preoccupazioni e il suo aiuto non mi è mai mancato.
In dicembre Mauro andò a Milano con un camion carico, si è fermato in un bar e quando è uscito il camion non c’era piu. Immaginare la nostra preoccupazione anche perché il carico non era nostro!
Il mattino dopo Mauro con suo padre tornò a Milano per la denuncia, girarono un po’ per quelle strade e in una traversa trovarono il camion intatto con tutto il carico. Avevo pregato tanto don Luigi, perché ci voleva proprio un miracolo, dato il posto dove rubano tutto!
Sono sicura che don Luigi di lassù prega per tutti noi e non abbandona mai un suo figliolo.

C. W. – Genitore “La Nostra Famiglia”